Le manifestazioni
“In seguito alla realizzazione di un’area verde attorno alla statua di San Venceslao, la situazione è decisamente migliorata. L’area verde impedisce a gruppi di cittadini di riunirsi sotto al monumento, disturbando con la loro presenza il transito e la sicurezza del servizio di trasporto pubblico su binario”
Dal verbale della Sicurezza Pubblica sulla reazione al gesto di Jan Palach, gennaio 1969.
Le reazioni pubbliche al gesto di Palach più evidenti furono sicuramente le assemblee in strada. In diverse città si tennero cortei pacifici, a cui parteciparono decine di migliaia di persone. Erano organizzatei in gran parte da rappresentanti degli studenti universitari e le forze dell’ordine non interferirono con essi. Nel centro di Praga sorsero anche alcune manifestazioni spontanee contro l’occupazione della Cecoslovacchia e la conseguente “normalizzazione” che si stava prospettando.
Già il 17 gennaio 1969, in Piazza San Venceslao, folle di persone si ammassavano dove erano stati affissi volantini che riportavano informazioni sul tragico evento, soprattutto vicino alla statua di San Venceslao e vicino al luogo dove Palach si era ucciso. La sera del giorno seguente, nel centro di Praga ebbe luogo la prima manifestazione spontanea, a cui parteciparono migliaia di persone, in prevalenza giovani. Secondo il rapporto della Sicurezza Pubblica, urlavano slogan come “Abolite la censura!”, “Proibite Zpravy!”, “Russi a casa!”. Risuonava per le strade anche uno slogan denigratorio rivolto a Brežněv e Husák.